In questo periodo il quadro politico è attraversato dai travagli del movimento 5 stelle, come può accadere in una qualsiasi formazione politica, processo culminato qualche tempo fa con il divorzio da Davide Casaleggio e stando alle cronache di questi giorni non accenna a terminare.
Certo con i distinguo che hanno caratterizzato la parabola dei pentastellati dalla loro comparsa sulla ribalta nazionale.
Per la prima volta, infatti ci troviamo al cospetto di un partito post ideologico con al suo vertice un’associazione privata, vale a dire Rousseau, che per anni è stato cuore non soltanto organizzativo ma molto di più.
Situazione anomala, mai vista nel panorama politico italiano sotto tutti gli aspetti e naturalmente nemmeno fa eccezione anche la chiusura del rapporto di collaborazione tra Casaleggio e il movimento.
Per anni infatti, i 5 stelle sono stati tuttavia gestiti come una qualsiasi società: basti pensare al continuo ricorso agli avvocati in caso di contrasti interni o esterni che indubbiamente sono propri di una vicenda contrattuale e non della vita interna (per lo meno nella normalità) di un partito.
Non meraviglia quindi, che il rapporto si sia concluso a seguito di una transazione economica tra le parti con il pagamento di una somma di denaro in cambio dei dati degli iscritti.
Ecco se un addebito può essere mosso ai Casaleggio, sia pur nella indiscutibile genialità di Gianroberto , un vero e proprio visionario, che al di là di tutto ha il merito di avere dato una scossa alla politica italiana , è quello di avere sempre visto l’impegno in politica in chiave limitata a dei servizi da erogare: non si è mai andati oltre un rapporto contrattuale.
Troppo volte i rapporti con gli iscritti e con i candidati e con gli eletti, sono stati regolati da clausole e da penali ed è indiscutibile che non si sia riusciti ad operare una sintesi tra concetti propri dell’impresa privata e i principi che invece appartengono al vivere politico.
Certo si dirà che si tratta di regole interne ma la politica è altro e non può essere regolata da contratti anche se ad essere onesti il tempo riconoscerà anche all’esperienza che si va concludendo e ai Casaleggio, i meriti che sono evidenti.
Infatti è indiscutibile ,che le votazioni on line e la consultazione degli iscritti , siano uno strumento utile , in grado di fornire riscontri in tempi rapidi e di dare l’effettivo “ polso” degli iscritti, senza contare in via più astratta come sia utile , per una forza politica avere come riferimento una piattaforma telematica in grado di fornire al partito stesso e ai suoi iscritti servizi: certo entro limiti ben precisi e senza mai abbandonare i principi propri della vita di partito alla cui base devono sempre esserci delle persone e non un gestore di servizi.
Anche se paradossale, ma non è sbagliato pensare che il divorzio di questi giorni abbia giovato ad entrambe le parti: in primo luogo al movimento 5 stelle, che può finalmente avviare un percorso politico, senza i vincoli che derivavano dal rapporto con Casaleggio.
Senza contare che anche Davide, potrebbe avere un giovamento dagli ultimi eventi, poiché si è finalmente eliminato ogni motivo di possibile incertezza e di equivoco e la sua struttura potrà dedicarsi a fornire supporto ai soggetti interessati.
In altre parole è preferibile dedicarsi alla propria attività, senza i principi dettati dalla politica, con servizi di cui potrà giovarsi anche questa, ma finalmente con un rapporto nella giusta ottica, vale a dire tra impresa commerciale e cliente che usufruisce dei servizi erogati.
Ma che prospettive ha davanti a sé il movimento dopo questo divorzio? Di sicuro si apre una fase nuova che impone scelte non facili.
In primo luogo, occorre trovare o meglio inventarsi una nuova linea politica, dato che alcune tematiche del passato non potranno essere riproposte per evidenti motivi: in altre parole i 5 stelle sono chiamati a darsi una nuova identità che legittimi la propria esistenza.
Per dire, non ci si dovrebbe meravigliare se vi fosse una virata netta verso i temi ambientali, visto che da anni nel nostro paese non esiste più un partito ambientalista, che consentirebbe di continuare sia pur sotto nuove spoglie le battaglie di un tempo su temi da sempre cari ai “figliocci “di Grillo, come TAV o Ponte sullo Stretto.
L’aver avvertito l’esigenza di dotarsi di un leader effettivo, uscendo da dinamiche ormai inadeguate e di fatto inattuabili in politica (direttorio alla guida del movimento) è indice di obiettività e di vitalità.
Tuttavia per una reale prospettiva è opportuno che il nuovo corso sia esso targato Giuseppe Conte o altri sia effettivamente voluto dalla base con una normale elezione; altrettanto essenziale è che la gestione del nuovo leader, risponda a tutti i vincoli cui è sottoposto un qualsiasi segretario politico.
Certo i dubbi sulla scelta dell’ex inquilino di Palazzo qualora costui superasse le diffidenze di Grillo non mancano, anche per la presenza di Luigi Di Maio, che in tutta sincerità non è chiaro fino a che punto sia disposto a farsi da parte, lasciando campo libero al buon Giuseppe.
Altro punto da chiarire appunto è il rapporto con Beppe Grillo, che ha fino a questo punto recitato un ruolo essenziale, soprattutto nel catalizzare i consensi attorno alla sua creatura, ma che inevitabilmente presto o tardi si troverà facilmente in contrasto con il nuovo leader come evidenziano le cronache di questi giorni.
Difficile pensare ad una convivenza o a un Giuseppe Conte, disposto a farsi guidare da altri, di conseguenza anche in questo il movimento dovrà fare una scelta ovvero sulla leadership.
Nulla di strano se toccasse all’ex comico, nella politica moderna, i ruoli sono molto più flessibili, Berlusconi insegna; solo è impensabile che vi possano essere due leader nello stesso momento.
Piaccia o no, ma anche Grillo deve fare una scelta, perché in questi anni è stato un vero e proprio leader politico e non può pensare di continuare a gestire il partito per interposta persona.
Come si vede non pochi nodi da sciogliere per garantire un futuro e una prospettiva al movimento, che di sicuro non può più continuare a vestire panni che non gli appartengono più.
Cosa ne verrà per i 5 stelle? quale futuro? sarà l’inizio della fine o il viatico per un nuovo inizio? Solo il tempo potrà dirlo.
Fonte Foto: www.ilriformista.it