Liberalismo obsoleto o scomodo?

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MOSCOW, RUSSUA - JUNE,26 (RUSSIA OUT) Russian President Vladimir Putin speeches during the meeting of State Council at the Grand Kremlin Palace, in Moscow, Russia, June,26,2019. Vladimir Putin is flying to Japan to partcipate the G20 Osaka Summit end expected to meeet U.S.President Donald Trump this week. Photo by Mikhail Svetlov/Getty Images

Il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, lo scorso 27 giugno ha consegnato il suo verbo all’autorevole quotidiano inglese Financial Times per dichiarare ufficialmente “obsoleto” il liberalismo: “Questa idea – ha spiegato – è entrata in conflitto con gli interessi della maggioranza della popolazione”.

L’ex capo del KGB fa volutamente confusione, ma non parla a caso: l’attacco è all’esperienza della liberaldemocrazia e, in ultima analisi, allo Stato di diritto.

Abilmente vengono mescolate le carte in salsa sovranista e populista: la democrazia è soltanto governo secondo la regola  “la maggioranza vince”, mentre la dottrina liberale riconoscendo pari dignità e diritti a tutte le persone  senza distinzioni di etnie, sesso e censo apre la strada alla sopraffazione delle invasioni migratorie con pericolo di tenuta delle comunità nazionali.

Il novello Zar di tutte le Russia  sferra una bomba multidirezionale: alzate muri nazionali, sottomettete libertà e legalità alla sicurezza, bloccate l’unitarietà dell’Europa “liberal e social democratica”.

Un pensiero chiaro e forte, facile da attecchire sulle paure del nuovo secolo.

Cina e Russia sono i campioni del nuovo capitalismo senza più il nemico del socialismo, anzi con le strutture organizzative comuniste  asservite al disegno liberista: padrone del vapore moderno (petrolio, gas e mano d’opera a iosa) sono ormai le regine del liberismo più sfrenato insieme solo alle High Tech (Google, Apple, Amazon, Facebook, ecc.), tenutarie dei Big Data, l’altra potente  risorsa economica del giorno d’oggi.

Stato liberale è divisione dei poteri, tutela delle minoranze, rispetto delle libertà. Nel senso romano è Res Publica, la cui continuità veniva interrotta dal potere assoluto del “Dictator”. Ecco: oggi difendere lo Stato Liberale vuol dire proteggersi dal potere assoluto del neocapitalismo.