Il brivido del Governo Ursula

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1963

Ursula Andress o Sant’Orsola? Quale sarà la patrona del nuovo Governo? Un duello all’ultimo sangue. Da una parte, la prima Bond-girl che  nel 1962 indossò un magnifico bikini in 007 Licenza di uccidere, lasciando senza fiato Sean Connery e il grande pubblico. Dall’altra, la martire del V secolo dopo Cristo che si negò al talamo del barbaro Attila, preferendo essere trafitta da una freccia sulla mammella come la dipinge Caravaggio.

Personalitá che chiamano  il sangue, come le “pugnalate” evocate dal comico di Genova, con enfasi  meno poetica del drammaturgo di Stratford upon Avon nell’orazione funebre di Marco Antonio. Quelle ventitré ferite erano bocche che parlavano di un uomo d’onore.

Ma chi sono oggi gli Attila, i Bruto, i James Bond e le Orsole? Chi sono oggi gli eroi e gli uomini d’onore?

Si vedono solo squallide controfigure, attoruncoli di provincia, protagonisti per caso di una scena (tragica) molto più grande di loro, di fronte alla quale dimostrano tutti la loro spudorata inadeguatezza.

Matteo Salvini, cafonaccio della Bassa, che sbraita con la stessa volgarità in Senato o in diretta Facebook. Luigi Di Maio, miracolato della politica, che un giorno accarezza il sogno del  premierato al fianco dell’alleato lumbard e l’altro giorno soffre l’incubo della disoccupazione.

Pericolo che non corre il suo Presidente del Consiglio,  ricordando a tutti di avere una professione, cui si spera sappia attendere meglio di quella politica.

Matteo Renzi, il bomba, che desidera tempo per farsi un partito a sua immagine e somiglianza.

Nicola Zingaretti, novello Re Tentenna, che deciderà quando sarà venuto il game over.

Tornano in pista Romano Prodi, che s’accontenta di fare il Padre Nobile, e Silvio Berlusconi, che s’accontentò d’essere il Papi.

E t’accorgi che aveva ragione il Galileo di Bertold Brecht quando diceva che erano beati quei popoli che non hanno bisogno di eroi.