La variante omicron (O) di SARS-CoV2, sta testimoniando qualcosa che era largamente prevedibile (e previsto): l’arrivo di una mutazione che riesca ad evadere significativamente l’immunizzazione guadagnata mediante vaccinazione o precedente infezione. Non è colpa di nessuno, non si possono immunizzare nello stesso tempo 7 miliardi di persone, nessun impianto industriale avrebbe questa capacità e, d’altra parte, il mondo è ben lontano da una capacità di programmazione globale, frammentato e chiuso com’è nei confini nazionali. Possiamo caso mai recriminare che organismi sopranazionali come UN e WHO avrebbero potuto e dovuto prevedere quel che sta succedendo ed agire strategicamente di conseguenza, invece di rimanere strumenti politici di questa o quella nazione.
Intanto il mondo ha subito un numero di morti per tutte le cause talmente elevato, rispetto al numero di decessi prevedibile sulla base dell’andamento degli ultimi 5 anni, da far ritenere che i numeri ufficiali della pandemia siano non meno di un quarto di quelli reali (The pandemic’s true death toll | The Economist; Effects of covid-19 pandemic on life expectancy and premature mortality in 2020: time series analysis in 37 countries | The BMJ), una catastrofe con pochi precedenti storici, che influenza in modo significativo le aspettative di vita media:
Ora abbiamo una nuova minaccia, che si infila nella nuova minaccia, ed è bene che alcune cose vengano chiarite a fronte della ridda di congetture spesso contraddittorie che i nostri media continuano a propinarci, ammaliando molti miei colleghi imprudenti, in modo del tutto incosciente. Innanzitutto, questa che noi chiamiamo variante O è una “cosa” diversa dalle altre varianti. La figura sotto, presa da un lavoro pubblicato su Science il 1° dicembre, mostra in grigio, giallo, viola, verde e turchese, l’evoluzione filogenetica delle varianti del ceppo originale, mentre in rosso quella della cosiddetta variante O, che, come si vede, segue un percorso completamente diverso, saltando ad un cluster di 20-30 mutazioni della proteina S (il grimaldello nascosto con cui il virus penetra nelle cellule per replicarsi).
Quindi, è possibile che il mondo si trovi ora ad affrontare un virus diverso, che in buona parte sfugge all’immunità specifica per le varianti che sono nella parte bassa della figura. Come si vede schematicamente in questa figura pubblicata ieri dall’Economist, parte dei soggetti pienamente immunizzati può riammalarsi a causa di questa variante:
L’efficacia stradocumentata dei vaccini non c’entra nulla. E’ quasi come se ci trovassimo di fronte ad un nuovo virus, che ha una capacità di diffusione più di 5 volte superiore a quella della variante α. In parole povere mentre con la variante α, ogni persona infettata aveva la capacità di infettare 2-3 persone, con la variante O questa capacità aumenta a 10-20 contagiati, e siamo a livelli tra i più elevati nel campo delle malattie trasmissibili. Ad ieri, qui vedete la diffusione della variante O nel mondo.
Insomma, non siamo messi bene. La notizia confortante è che la terza dose di vaccino, eleva talmente la reazione immunitaria, da renderla abbastanza efficace anche verso questa variante.
Il punto è che continuiamo a tappare le falle della nave con le pezze, ma finchè la circolazione del virus non sarà fermata del tutto (e francamente non so se questo sarà mai possibile) saremo sempre esposti a qualche mutazione esiziale. Ed è inutile illuderci che le mutazioni rendano il virus più benigno, questo può succedere, ma non è prevedibile. Nessuno lo può prevedere. Diffidate di chi vende certezze, perché certezze non ne ha nessuno, od almeno nessuno di quelli che conoscono bene la materia.
I vaccini sono uno strumento imprescindibile per non generare condizioni di collasso dei sistemi sanitari. Ma è evidente che non possono bastare per contenere il contagio, di fronte all’assalto del virus con le sue varianti, così come il radar non può identificare i cacciabombardieri che utilizzano una tecnologia stealth. Nessuno metterebbe però in discussione l’utilità assoluta di un radar.
I vaccini contengono bene l’assalto agli ospedali. Come ho già provato a spiegare su queste pagine “…il numero elevatissimo dei ricoveri (casi gravi) può dipendere da una altissima letalità del virus, ovviamente, ma anche da una diffusione enormemente rapida. In altri termini, 1000 ricoveri di casi gravi possono essere provocati sia da 10000 contagiati di un virus che si presenta con il 10% di casi gravi, sia da un virus che nello stesso lasso di tempo ha infettato 1.000.000 di persone, quindi con un rischio di casi gravi di 0.1%, cioè di un caso su mille. L’impatto sul sistema ospedaliero sarà esattamente lo stesso.” (COVID-19 E PAURE – La Prima Pietra). Questo è il problema principale che dobbiamo affrontare.
Quindi, è necessario che la gente venga informata in modo chiaro che quello che rende il vaccino assolutamente indispensabile è specialmente il contenimento dei ricoveri ospedalieri e l’occupazione dei posti di terapia intensiva, che sottraggono spazio ad altre patologie altrettanto importanti.
Data la incredibile rapidità di diffusione della variante O, è necessario anche mettere in essere provvedimenti che cerchino di ostacolarne la diffusione. Le norme addizionali recentemente varate dal governo vanno in questa direzione, benchè non è detto che saranno realmente efficaci.
L’evoluzione della pandemia dovrebbe essere spiegata bene alla cittadinanza, senza nascondere dubbi ed incertezze che si fanno strada quanto più ne conosciamo, evitando che si possa pensare, come invece avviene per l’insufficiente informazione che caratterizza questo governo, come ha caratterizzato il precedente, che i vaccini non servano o che non siano efficaci. Lo sono, e moltissimo. Senza i vaccini, questo terribile evento avrebbe potuto diventare di livello estintivo. Siamo di fronte ad una delle peggiori pandemia della storia dopo la Morte Nera. E questa non è un’opinione, ma sono i fatti a dirlo.