Dal momento in cui le vacanze estive sono cominciate, il lock-down è stato sostanzialmente sospeso, come è giusto che fosse, data la riduzione consistente dei casi di contagio registrati nelle ultime settimane. Erano state invece mantenute raccomandazioni forti relative all’utilizzo delle mascherine in luoghi chiusi e in prossimità di altre persone, con raccomandazioni specifiche. Io ho già fornito in un articolo su questo giornale alcune indicazioni (http://www.laprimapietra.eu/covid-19-gestione-di-paure-speranze-ed-imprudenti-certezze/) e queste raccomandazioni sono state nella sostanza confermate sia dal Ministero che dai Governatori delle Regioni. Tuttavia, secondo me per difetti di comunicazione efficiente ed efficace, le persone si sono sentite completamente libere, ed a fronte di una iniziale prudenza manifestata chiaramente col seguire le indicazioni che venivano date dagli organi preposti, si è arrivati ad una rilassatezza totale, specialmente nei luoghi di vacanza, dove il distanziamento sociale è stato attenuato, se non completamente oscurato. La gente in generale si è sentita liberata dal peso del rischio del virus e non c’è stata comunicazione che abbia saputo mantenere un accettabile livello di responsabilizzazione individuale.
Molti colleghi hanno giustamente sottolineato che la circolazione virale in Campania e in altre Regioni del sud d’Italia era troppo bassa perchè potesse manifestarsi un reale rischio di ripresa dell’epidemia, anche in presenza di alcuni focolai epidemici circoscritti e spiegabili, e la frequente non aderenza alle raccomandazioni dei governi regionali e centrale.
Una conferma di questo basso rischio, per la verità inattesa da molti di noi, arrivava dal caos seguito alla vittoria del Napoli in Coppa Italia ed i conseguenti assembramenti di folla incontrollata che ci sono stati nella città. Malgrado fosche previsioni, non si è avuto un picco di contagi significativo, benché in Campania la politica del tampone sia molto restrittiva, per cui i tamponi vengono effettuati soltanto alle persone che presentano chiari sintomi di COVID-19. Ma, tant’è, come ho spesso detto anche dalle pagine di questo giornale, un indicatore molto più preciso della pericolosa diffusione dell’epidemia è il tasso di ricoveri ospedalieri e di casi fatali che, appunto a distanza dalla vittoria del Napoli in Coppa Italia e dei conseguenti assembramenti di folla, non c’è stato. Gli eventi (anzi i non eventi) napoletani hanno suggerito alle persone, a moltissime persone, un rilassamento totale, per cui nelle ultime settimane l’utilizzo della mascherina è stato praticamente abbandonato, o quasi, dovunque, senza che nessuno potesse mettere in campo strumenti legali di controllo e di sanzione. Pertanto, è stato giusto imporre sanzioni severe per coloro che non rispettano norme minimali di contenimento come quelle suggerite.
L’epidemia non è terminata ed anzi sta riprendendo quota specialmente nelle Regioni ad altissimo tasso di turismo. Il che lascia pensare che appunto la recrudescenza dei casi sia in qualche modo legata in gran parte ai contagi che si verificano attraverso l’importazione di nuovi casi.
Se osserviamo le curve epidemiche a partire dal 24 febbraio fino al 21 luglio, di Regioni ad alto flusso turistico estivo extra-regionale, come per esempio Calabria, Campania e Lazio, ci rendiamo subito conto dell’aumento del contagio, specie osservando le medie mobili a 7 giorni.
Al contrario, malgrado il numero di nuovi contagi si mantenga molto più elevato che in altre regioni, un chiaro aumento non è percepibile in regioni che non subiscono un flusso turistico extra-regionale particolarmente elevato, come, Piemonte e Lombardia.
Quindi, specialmente nelle regioni molto esposte al turismo estivo extra-regionale, è assolutamente imperativo che vengano rispettate norme di prudenza minimali per evitare la diffusione del contagio. È quindi giusto anche reprimere qualunque rilassatezza che si possa verificare in contesti in cui il rischio è più alto (ambienti chiusi, negozi, ristoranti, bar, supermercati, spiagge, assembramenti). Le raccomandazioni sono poche, le riporto ancora una volta in coda a questo breve articolo:
Di una cosa sono certo: il Paese non potrebbe sopportare un altro lock-down e spetta ad ognuno di noi evitarlo. Se ognuno si atterrà responsabilmente a queste semplici norme e se le autorità saranno in grado di farle rispettare specie dove l’anarchia e l’irresponsabilità ancora dominano, allora la partita potrà essere vinta, come, appunto, suggerisce ottimisticamente, in una recente conferenza stampa, il Dr. Admiral Giroir, un importante membro del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti d’America (HSS, https://www.hhs.gov/): “We know that 50, 60, 70% in some areas are traced to a single bar and the secondary spread from that. Being indoors in close quarters over a long period of time is just a recipe for spread… We really need almost 90% of people to be wearing masks out in public when they’re interacting with other people.”
Fonte grafici: EpiCentro, Istituto Superiore di Sanità, dati regione per regione al 21 luglio – www.epicentro.iss.it –